Se la sua politica non poté essere incisiva come quella della più ben nota Caterina II, la sua storia non ha di certo nulla da invidiare a quella della Grande.
Di umilissime origini, non sapeva né leggere, né scrivere, ma fu protagonista di una delle più eclatanti scalate sociali della storia.
Sto parlando di Caterina I di Russia e questo è il racconto della sua vita straordinaria.
Le origini di Caterina I di Russia
Non si ha alcuna informazione certa sui primi anni di vita di Caterina I e tante sono le diverse versioni sulle sue origini.
Pare comunque che nacque in uno degli attuali Paesi baltici, da una famiglia di contadini.
Quello su cui invece tutti sembrano concordare è che, a un certo punto della sua vita, forse perché i genitori morirono di peste, o forse perché la madre era diventata vedova, Marta, questo era il suo vero nome, andò a vivere a Marienburg, oggi in Lettonia, dove divenne la domestica del pastore luterano Ernst Glück e dove sposò, a soli 17 anni, un militare svedese, Johann Kruse.
Fin qui, sembra una vita anonima come tante altre, destinata ad essere dimenticata nei meandri della storia.
Ma il 25 agosto del 1702, la vita di Marta prese una piega del tutto inaspettata.
Devi infatti sapere che in quegli anni, la Russia stava combattendo contro la Svezia per l’egemonia sul Baltico, nella cosiddetta Grande guerra del Nord.
Si ritiene che lo stesso primo marito di Marta partì per combattervi poco tempo dopo il loro matrimonio e non ne fece più ritorno.
Bene, proprio quel 25 agosto del 1702, l’esercito russo guidato dal feldmaresciallo Sheremetev riuscì ad espugnare la fortezza di Marienburg e a catturarne i suoi abitanti.
E con loro c’era anche la poco più che maggiorenne Marta.
Un’incredibile scalata sociale
Durante questo periodo di prigionia, Marta fu costretta a lavorare come serva al servizio dello stesso feldmaresciallo Sheremetev e della sua amante.
E fu proprio mentre lavorava per loro, che venne notata dal principe Aleksandr Danilovič Menšikov, grande amico e braccio destro dello zar Pietro il Grande.
Menšikov rimase ammaliato da Marta, soprattutto dai suoi modi e dalla cura con cui teneva in ordine la casa.
Ne fu talmente affascinato da prenderla subito con sé e farne diventare la sua amante.
Egli, a dispetto del suo titolo altisonante, aveva una cosa in comune con Marta: le umili origini.
Pare infatti che egli fosse figlio di un contadino lituano e che grazie a una volontà di ferro riuscì a raggiungere una delle posizioni più potenti della Russia di quel tempo.
E se solitamente si dice che “Dietro a un grande uomo, c’è sempre una grande donna”, non credo di fare un torto a nessuno affermando che dietro alla grande donna che divenne Marta, ci fu più e più volte lo zampino di Menšikov.
Egli infatti contribuì a cambiare il destino di Marta, non una, non due, ma ben tre volte.
Non solo infatti la liberò dallo stato di prigionia per renderla la sua amante, ma fu grazie a lui
che Marta incrociò la strada di Pietro il Grande.
Ella infatti venne notata dallo zar proprio durante una delle sue consuete visite a Menšikov.
Ora, a questo punto della storia, se non sapessimo già come andò a finire, sarebbe stato ragionevole pensare che Caterina sarebbe potuta rimanere Marta, una prigioniera, figlia di contadini, che per un qualche colpo di fortuna era diventata l’amante di un uomo potente come Menšikov.
Già così la storia della sua vita sarebbe stata fuori dal comune.
Ma a Marta questo non bastava.
Perché nonostante fosse una donna sola, analfabeta e di umilissime origini, doveva per forza possedere un’ambizione smisurata e una volontà incrollabile, che le permise di trasformare in opportunità, ciò che altri vedevano solamente come avversità.
Fu così, dunque, che nel 1703 Marta, che successivamente assunse il nome di Caterina Alekseevna Mikhailova (Ekaterina Alekseevna Mikhailova), divenne l’amante dello zar Pietro il Grande.
Caterina, la serva che divenne zarina
L’affetto che unì Pietro e Caterina fu sincero, tanto che la loro unione durò fino alla morte di lui, nel 1725, quindi per ben ventidue anni.
Nonostante lo zar fosse conosciuto, e sia poi passato alla storia, come un uomo spietato e violento, con Caterina, che lui chiamava affettuosamente “Katerinushka”, si dimostrò sempre premuroso e generoso.
Quando era lontano, le scriveva sempre amorevoli lettere e fu con lei sempre molto generoso nell’elargire regali e somme di denaro.
Pare che le perdonò perfino un tradimento: sembra infatti che Caterina ebbe come amante, Willem Mons, fratello di una delle amanti di più lunga data dello stesso zar.
E si racconta che quando Pietro scoprì la tresca, fece decapitare Mons, costringendo Caterina a contemplare per ore questa raccapricciante visione.
Molti non riuscivano a capacitarsi del rapporto che legava lo zar a questa donna venuta dal nulla e che alcuni descrivono come brutta (ma su questo punto le testimonianze sono discordanti), tanto che qualcuno pensò che Caterina avesse utilizzato qualche filtro magico per far innamorare di lei Pietro.
La verità è che Caterina era l’unica in grado di calmare lo zar durante le sue crisi epilettiche e gli accessi di rabbia.
Pare inoltre che fosse una donna allegra, nonché un’ottima bevitrice.
Un’abilità che non doveva essere secondaria agli occhi dell’eccessivo Pietro.
Tuttavia, fu probabilmente anche la capacità di Caterina di adattarsi a contesti più umili e modesti, a colpire lo zar.
Per qualche tempo visse infatti con lui in una piccola e semplice capanna di legno, mentre la città da lui fondata e poi divenuta capitale, San Pietroburgo, era ancora in costruzione.
Ma la capacità di adattamento di Caterina non si limitò a questo.
Ella infatti non solo accompagnò Pietro durante la guerra russo-turca, che durò dal 1710 al 1711, ma a seguito della sconfitta della Russia nella battaglia del Prut, Caterina ebbe l’idea di donare tutti i suoi preziosissimi gioielli al gran visir affinché permettesse loro una pacifica ritirata.
Fu proprio a seguito di questo fatto, che Pietro, dopo quasi dieci anni, decise di sposare ufficialmente Caterina il 9 febbraio del 1712.
E 12 anni dopo la incoronò, con le sue stesse mani, Imperatrice consorte di tutte le Russie.
Prima Imperatrice regnante di tutte le Russie
Pietro e Caterina ebbero in totale 13 figli, di cui solamente due giunsero all’età adulta: Anna ed Elisabetta.
Pietro si trovò dunque ad affrontare il problema della successione al trono, non avendo più un erede maschio.
Il figlio di primo letto, Alessio, fu infatti ucciso, o fatto uccidere, dallo stesso Pietro, dopo averlo fatto torturare, in quanto accusato di aver cospirato per detronizzare il padre.
La mancanza di un erede maschio, spinse dunque Pietro a emanare una legge che aboliva il diritto di successione ai soli primogeniti maschi e permetteva quindi all’imperatore di scegliere direttamente lui l’erede al trono.
Tuttavia, dopo aver messo in piedi tutto questo circo per scegliere lui stesso il suo successore, Pietro morì due anni dopo senza aver designato l’erede al trono.
E fu proprio a questo punto che la serva, diventata zarina, divenne infine, a tutti gli effetti, imperatrice regnante e autocrate di tutte le Russie.
E indovina chi aiutò Caterina in questa enorme e impensabile impresa?
Sempre lui: il principe Menšikov, che per la terza volta guidò il destino di Caterina, consegnandola alla storia come Caterina I, prima imperatrice di Russia.
La verità è che mentre Caterina preferiva godersi la vita, tra feste (da cui si accomiatava non prima delle 4-5 del mattino), alcolici (si dice che spese il 10% di tutti i fondi del bilancio russo per acquistare del vino Tokay per tutta la corte!) e amanti, era sempre Menšikov a prendere le decisioni di governo più importanti.
Tuttavia, l’imperatrice, come la maggior parte di tutti coloro che nella storia furono protagonisti di incredibili scalate sociali, non dimenticò mai da dove veniva.
Fu infatti sempre molto generosa con i poveri, ridusse le tasse ai contadini e perdonò diversi prigionieri ed esuli.
Per questo motivo fu amata immensamente dai suoi sudditi.
Per il resto si occupò di poche altre questioni, come la flotta, che era stata una dei grandi interessi di Pietro.
La verità è che però il suo regno fu troppo breve per tirarne le somme, perché solamente due anni dopo, nel 1726, Caterina morì a soli 43 anni, a causa del suo stile di vita sempre poco salutare.
Chissà se la Marta bambina, nata povera, analfabeta, in qualche villaggio sperduto dei Paesi Baltici, se lo sarebbe mai aspettato di arrivare così in alto.
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